lunedì 6 aprile 2009

La solidarietà del terremoto


Avrei voluto iniziare con un altro post. Avevo in mente un articoletto sul Pd,o un simpatico intervento di Marco. Oggi invece la tragedia dell'Abruzzo. Voglio soffermarmi su un aspetto:La solidarietà. Durante la mia permanenza in Australia la regione sud del Victoria è stata sconvolta da terribili incendi che hanno ucciso e distrutto interi paesi. Tutta la nazione si è stretta intorno alla popolazione colpita,hanno fatto quadrato raccogliendo fondi,portando aiuti di qualsiasi genere. Il colpo inferto dalle fiamme era stato tremendo. Ma lo spirito di unità fu commovente.
Adesso l'Italia. C'è una cosa che non cambierei mai del nostro paese ed è proprio la capacità di aiutarsi l'uno con l'altro nei momenti di difficoltà. E sono sicuro che succederà anche adesso,soprattutto dopo che si saranno spenti i riflettori,che i vari politici saranno tornati a Roma(Presidente Napolitano sinceramente mi aspettavo che si recasse immediatamente sul posto),che i giornalisti cercheranno un'altra notizia. Sarà li che gli abitanti dei paesi coinvolti si rimboccheranno le maniche e ricostruiranno le loro case. Senza fare troppo affidamento sullo Stato(non possiamo dimenticare quanto rimanerono nei container le famiglie in irpinia,friuli,umbria marche etc...)ma sapendo bene che il vicino di casa sarà li a dargli una mano.

3 commenti:

  1. Qualcuno diceva che dai muri crollati si vedeva il potere edificante di un popolo. Spero di vederlo, a volte l'abbiamo visto, altre volte no. L'Italia è altalenante, ma sempre generosa in questi casi, dove la disperazione supera gli interessi.

    RispondiElimina
  2. Uno scienziato dice ad un altro scienziato: Possiamo prevedere gli eventi sismici.
    L'altro risponde piccato: Non è possibile farlo.
    Un terzo, in disparte, li osserva e sussurra: Non ha importanza farlo.
    Non ha importanza, se il risultato ha come componente quello di foderare ulteriormente occhi ed orecchie all'uomo, e allontanarlo ancora di più da tutto.
    Da una Tecnologia di cui si circonda ma della quale non comprende nulla.
    Dalla sua unica casa, la Terra, che fatica a riconoscere.
    L'uomo è sempre più lontano anche dall'Uomo. Gli eventi naturali gli saranno sempre di molti ordini di grandezza superiori, la distanza è incolmabile. Sradicheranno e trascineranno con loro ogni costruzione, ogni muro. Chi resta sotto non ha colpe. Ma nel crollare, i muri, si portano giù anche ogni barriera, ogni scusa, ogni ridicola giustificazione che ciascuno usa frapporre tra sè e gli altri. A quel punto, se l'uomo non vuole proprio vedere colui che ha di fronte, deve per forza voltare lo sguardo.

    RispondiElimina
  3. Premessa: lungi da me il polemizzare.
    Lo scriverò solo perchè dove sono non posso nè correre, nè ascoltare musica, ne fare l'amore (purtroppo ;)).
    E poi le critiche e le polemiche sono le ultime cose che occorrono in un momento tragico, qualunque esso sia.
    Spero solo che la seguente frase:
    "Ringraziamo gli Stati esteri che si sono messi a disposizione, ma siamo un popolo fiero e bastiamo con i mezzi che abbiamo messo in campo per affrontare l'emergenza terremoto", sia fondata.
    Perchè francamente non vedo cosa centri la "fierezza" con la capacità di affrontare la situazione da soli.
    E' ovvio che, dinnanzi a tali tragedie, non ci sia fierezza che tenga in caso di bisogno.
    Sicuramente lo sa anche il nostro Presidente del Consiglio e forse voleva solo farci coraggio e darci forza.
    Non mi sembra però una risposta puntuale nè coerente. Io avrei usato altre parole, insomma.
    Ma davvero questo post non vuole essere una gratuita polemica. E' che mi aveva fatto pensare...

    RispondiElimina